mercoledì 16 ottobre 2013

Arigato Aurelia!

Come ho scritto nel post precedente non sono le occasioni che mi sono mancate per ritornare a scrivere in questo blog. Ce ne sono state alcune in cui ho cucinato per qualcuno, come regalo o solo per fargli sapere che avevo pensato a lui, mentre mi rilassavo mescolando gli ingredienti e mi sentivo appagata anche solo dal vedere quella crostata uscire dal forno.
Nelle prossime settimane cercherò di recuperare i momenti perduti, anche se in alcuni casi le uniche testimonianze materiali sono fotografie scattate in fretta e furia, in preda all'euforia del momento che ti fa ricordare che volevi documentare il risultato della ricetta solo quando ormai è già stato preso d'assalto...
Nonostante la mancanza di fotografie però, quello che resta sono i miei ricordi di quei momenti, dei visi delle persone sorprese o intenerite dal disastro che hai combinato, e che comunque sono capaci di farti sentire l'affetto che provano per te. Tanto che, con il passare dei mesi, arrivano a farti riconsiderare il fatto di girare sola, perché qualche anno fa, quando la definivo una mia caratteristica, sottovalutavo l'importanza di girare anche con gli altri.

Un'ultima premessa prima di iniziare e poi mi taccio, come adora ripetere il mio professore di italiano... Avviso che spesso incapperò in anacronismi, saltando dalla torta preparata per il 4th of July, al panettone, alla cena di Halloween. Non preoccupatevi, non significa che vi siete improvvisamente svegliati dopo un lungo letargo che vi ha fatto perdere buona parte dell'anno, piuttosto avrete la certezza di leggere una che non ha proprio tutte le rotelle a posto...! :-P

Venendo finalmente alla ricetta vera e propria...
Si tratta del regalo di compleanno per un'amica, forse quella che potrei chiamare la mia migliore amica, se frequentassimo la scuola dell'infanzia. Senza dubbio è l'amica che chiamo quando sto male, che in parte mi sopporta, in parte mi riesce a tirare su con poche parole, chiedendomi se è un ginocchio quello che vede attraverso la webcam...
Un paio di settimane fa ha compiuto diciotto anni (era venuto il momento di svelare anche la mia età, altrimenti il contenuto dei prossimi post potrebbe risultare di difficile interpretazione ;-)), e per il suo compleanno le ho regalato una bento box, perché è appassionata di cibo, fumetti, e tutto ciò che riguarda il Giappone in generale. Il regalo però era corredato di contenuto, poco, ma laborioso, che mi ha fatto domandare quali doti soprannaturali abbiano le mamme e mogli giapponesi che preparano tutti i giorni un pranzo da artista a figli e mariti.
Per preparare un scatoletta minuscola (tanto piccola che ho dovuto avvisare Aurelia che non mi sarei offesa se avesse accompagnato il regalo con un pranzo vero, per paura di vederla svenire a metà pomeriggio!), ci ho messo quasi un'ora e mezza, escluso il tempo impiegato per lavare e riordinare le decine di attrezzi da cucina ma non solo: per riuscire ad applicare alcuni dettagli minuscoli sono arrivata ad utilizzare la pinzetta da estetista, ovviamente lavata e disinfettata prima e dopo.
Però il mio lavoro è stato pienamente ripagato dalla sua espressione quando ha aperto la scatola.
È per questo che non mi stanco mai di cucinare per le persone a cui tengo, ed imparo che anche quando non si tratta di scambi culinari ho tanto da guadagnare dagli altri, così come ho tanto da offrire.


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Come annunciato le foto sono quello che sono ed in questo caso anche la ricetta è piuttosto lacunosa. 

Nella scatola a sinistra ci sono soba noodle cotti in acqua bollente e conditi con un cucchiaino d'olio, ed uno di salsa di soia; fette di formaggio fuso, insalata riccia ed alga nori per baffi, naso e pupille.












In quella di destra invece ho messo del riso alla giapponese, quello per sushi (che ho compreso appieno perché viene chiamato sticky rice!), cotto con il coperchio in 3/4 della quantità di riso d'acqua per 10 minuti, poi tolto dal fuoco e lasciato riposare (sempre coperto!) per altri 15 min. Passati i 15 minuti l'ho sgranato e condito con olio, aceto di riso e zucchero. Dopo aver aspettato qualche minuto per non ustionarmi le mani ho formato delle specie di coniglietti (si era capito?) e decorati con dei grani di pepe rosa per il naso, semi di cumino per gli occhi, strisce di prosciutto cotto per le orecchie e palline di formaggio per la coda. Infine ho completato con delle fettine di carota tagliate a forma di fiore.





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