Come
ho scritto nel post precedente non sono le occasioni che mi sono
mancate per ritornare a scrivere in questo blog. Ce ne sono state
alcune in cui ho cucinato per qualcuno, come regalo o solo per fargli
sapere che avevo pensato a lui, mentre mi rilassavo mescolando gli
ingredienti e mi sentivo appagata anche solo dal vedere quella
crostata uscire dal forno.
Nelle
prossime settimane cercherò di recuperare i momenti perduti, anche
se in alcuni casi le uniche testimonianze materiali sono fotografie
scattate in fretta e furia, in preda all'euforia del momento che ti
fa ricordare che volevi documentare il risultato della ricetta solo
quando ormai è già stato preso d'assalto...
Nonostante
la mancanza di fotografie però, quello che resta sono i miei ricordi
di quei momenti, dei visi delle persone sorprese o intenerite dal
disastro che hai combinato, e che comunque sono capaci di farti
sentire l'affetto che provano per te. Tanto che, con il passare dei
mesi, arrivano a farti riconsiderare il fatto di girare sola, perché
qualche anno fa, quando la definivo una mia caratteristica,
sottovalutavo l'importanza di girare anche con gli altri.
Un'ultima
premessa prima di iniziare e poi mi taccio, come adora ripetere
il mio professore di italiano... Avviso che spesso incapperò in
anacronismi, saltando dalla torta preparata per il 4th of
July, al panettone, alla cena di Halloween. Non preoccupatevi, non
significa che vi siete improvvisamente svegliati dopo un lungo
letargo che vi ha fatto perdere buona parte dell'anno, piuttosto
avrete la certezza di leggere una che non ha proprio tutte le rotelle
a posto...! :-P
Venendo
finalmente alla ricetta vera e propria...
Si
tratta del regalo di compleanno per un'amica, forse quella che potrei
chiamare la mia migliore amica, se frequentassimo la scuola
dell'infanzia. Senza dubbio è l'amica che chiamo quando sto male,
che in parte mi sopporta, in parte mi riesce a tirare su con poche
parole, chiedendomi se è un ginocchio quello che vede attraverso la
webcam...
Un
paio di settimane fa ha compiuto diciotto anni (era venuto il momento
di svelare anche la mia età, altrimenti il contenuto dei prossimi
post potrebbe risultare di difficile interpretazione ;-)), e per il
suo compleanno le ho regalato una bento box, perché è appassionata
di cibo, fumetti, e tutto ciò che riguarda il Giappone in generale.
Il regalo però era corredato di contenuto, poco, ma laborioso, che
mi ha fatto domandare quali doti soprannaturali abbiano le mamme e
mogli giapponesi che preparano tutti i giorni un pranzo da artista a
figli e mariti.
Per
preparare un scatoletta minuscola (tanto piccola che ho dovuto
avvisare Aurelia che non mi sarei offesa se avesse accompagnato il
regalo con un pranzo vero, per paura di vederla svenire a metà
pomeriggio!), ci ho messo quasi un'ora e mezza, escluso il tempo
impiegato per lavare e riordinare le decine di attrezzi da cucina ma
non solo: per riuscire ad applicare alcuni dettagli minuscoli sono
arrivata ad utilizzare la pinzetta da estetista, ovviamente lavata e
disinfettata prima e dopo.
Però
il mio lavoro è stato pienamente ripagato dalla sua espressione
quando ha aperto la scatola.
È
per questo che non mi stanco mai di cucinare per le persone a cui
tengo, ed imparo che anche quando non si tratta di scambi culinari ho
tanto da guadagnare dagli altri, così come ho tanto da offrire.
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Come annunciato le foto sono quello che sono ed in questo caso anche la ricetta è piuttosto lacunosa.
Nella
scatola a sinistra ci sono soba noodle cotti in acqua bollente e
conditi con un cucchiaino d'olio, ed uno di salsa di soia; fette di
formaggio fuso, insalata riccia ed alga nori per baffi, naso e
pupille.
In
quella di destra invece ho messo del riso alla giapponese, quello per
sushi (che ho compreso appieno perché viene chiamato sticky rice!),
cotto con il coperchio in 3/4 della quantità di riso d'acqua per 10
minuti, poi tolto dal fuoco e lasciato riposare (sempre coperto!) per
altri 15 min. Passati i 15 minuti l'ho sgranato e condito con olio,
aceto di riso e zucchero. Dopo aver aspettato qualche minuto per non
ustionarmi le mani ho formato delle specie di coniglietti (si era
capito?) e decorati con dei grani di pepe rosa per il naso, semi di
cumino per gli occhi, strisce di prosciutto cotto per le orecchie e
palline di formaggio per la coda. Infine ho completato con delle
fettine di carota tagliate a forma di fiore.